Stalking. Il mutamento delle abitudini di vita non è elemento essenziale per la configurazione del reato

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Il reato di stalking (art. 612-bis c.p.), conosciuto anche come reato di atti persecutori, si configura quando la condotta dell’aggressore provoca nella vittima un grave stato di ansia o timore per la propria incolumità personale o quella dei propri cari. Un recente orientamento giurisprudenziale della Corte di Cassazione ha ribadito che non è necessario il mutamento delle abitudini di vita della persona offesa per la sussistenza del reato, purché sia provato il disagio psicologico indotto dalla condotta persecutoria.

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Il riconoscimento giuridico del danno non patrimoniale per la perdita di un animale d’affezione: una sentenza che cambia le prospettive

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La sentenza n. 51 del 25 gennaio 2025 del Tribunale di Prato rappresenta un significativo passo in avanti nell’ambito del diritto civile italiano, con riferimento al danno non patrimoniale subito per la perdita di un animale d’affezione. Un tema che, purtroppo, è rimasto per lungo tempo ai margini del dibattito giuridico, nonostante la crescente consapevolezza, anche a livello sociale, del profondo legame affettivo che può legare un individuo al suo animale.

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